Nel tweet di Salvini c'è tanto fumo, ma anche tanto arrosto
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Direttore: Alessandro Plateroti

Nel tweet di Salvini c’è tanto fumo, ma anche tanto arrosto

Matteo Salvini

L’uscita del vicepremier sulle sigarette elettroniche è inopportuna nei tempi, ma interessante nel merito

Talvolta Matteo Salvini compie delle scelte comunicative decisamente bizzarre, a volte di sua sponte e a volte seguendo consigli altrui. E’ parso a molti rientrare nella casistica degli autogol mediatici il suo ormai celebre tweet di protesta contro il suo stesso governo, intenzionato a vietare le sigarette elettroniche anche all’aperto. “Stanno aiutando tanta gente ad abbandonare quelle normali. Da ex fumatore che ha smesso 4 anni fa, il divieto di fumarle all’aperto appare esagerato. Voi che dite?”.

Che ne possiamo dire, caro Salvini? Che ovviamente con questa tua uscita hai dato modo a Il Fatto Quotidiano di ricordare che un’azienda del settore ha dato dei contributi (assolutamente legittimi) alla Lega nell’ultimo lustro, ma soprattutto ai tuoi detrattori di tirarti le orecchie perché nelle ore in cui tutta l’Italia si struggeva per il naufragio di Cutro, forse non dovevano essere le sigarette elettroniche la principale preoccupazione per un vicepremier davvero “sul pezzo”. Oltretutto pensando che un eventuale dissenso poteva essere espresso direttamente in Consiglio dei ministri, non necessariamente su Twitter.

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Sigaretta elettronica
Sigaretta elettronica

Che l’uscita fosse sgraziata è indubbio, ma nel merito questa volta non ti si può dar torto. Certo, lo hai posto con un tempismo davvero sgraziato, commettendo un errore comunicativo da matita rossa, ma il problema esiste. Siamo tutti d’accordo sul fatto che il fumo faccia male e che le sigarette tradizionali vadano eliminate il prima possibile? Ovviamente sì. Lo stesso si può dire per le sigarette elettroniche, nelle loro varie forme e tipologie? Questo a oggi no, perché manca il riscontro scientifico.

Censis: il 1° Rapporto sul fumo di sigaretta e prodotti senza combustione in Italia

Sul grado di pericolosità delle forme di sostituzione della dipendenza da tabacco ci sono varie ricerche, non tutte univoche, c’è grande confusione e, soprattutto, ci sono enormi interessi in ballo. Nel suo 1° Rapporto sul fumo di sigaretta e prodotti senza combustione in Italia, il Censis spiega molto bene come i fumatori incalliti siano ben coscienti della pericolosità della loro schiavitù dalle sigarette e percepiscano quelle elettroniche come meno nocive. Hanno ragione o è un trucco illusorio di chi le produce? Solo la scienza potrebbe dare un responso definitivo, ma – stranamente – le istituzioni sono sorde a una richiesta che proviene dalle stesse imprese del settore. Ci sono alcuni Paesi, come Stati Uniti, Regno Unito e Nuova Zelanda, che hanno abbracciato la logica della riduzione del danno e quindi incoraggiano il passaggio alle e-cig, mentre qui in Europa l’approccio è ancora squisitamente ideologico, in mancanza di una letteratura certa e consolidata sul tema.

Se non fossimo reduci da anni nei quali abbiamo contestato anche la scienza, turbati dal rincorrersi di notizie contraddittorie sul Covid-19, basterebbe chiedere l’istituzione di un cluster di ricerca rappresentativo delle autorità europee che, in assoluta trasparenza, certificasse il livello di pericolosità di questi prodotti: se fosse uguale a quello delle sigarette tradizionali andrebbero messi al bando in contemporanea, senza ripensamenti, ma se invece vi fosse uno spazio nel quale considerarli uno strumento per lo “scalaggio” a danno ridotto per la salute (e il sistema sanitario del vari Paesi), allora andrebbe per forza di cose presa in considerazione questa ipotesi.

Eppure, la scienza latita, dopo aver gonfiato i muscoli durante tutto l’arco della pandemia. Dove è finita, oggi, la sicumera dei ricercatori? E’ sfumata via proprio su questo decisivo argomento, magari per qualche veto politico o qualche interesse economico che non si vuole rendere pubblico? Quante vite possono dipendere dalle scelte di salute pubblica – più o meno azzeccate – che verranno fatte su questo argomento? Un po’ di coraggio, signori politici, lasciate che sia la scienza ad illuminare le vostre decisioni.

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ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023 17:38

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